Dopo una buona dormita, ci alziamo presto già carichi per la giornata che ci aspetta, e aspettiamo la colazione bevendo caffè, sbirciando dalla porta e chiacchierando.
Non credevo, ma svegliarsi ed essere già immersi nell’atmosfera di questi vicoli tortuosi e angusti, ma affascinanti, è davvero un’esperienza unica.
Puntuale Angelo, come sempre sorridente e cordiale, arriva con due vassoi, e noi ci chiediamo: “ma cosa ci sarà dentro?” Troviamo 2 brioches giganti appena sfornate, ripiene per metà di crema e per metà di marmellata e 4 fette di focaccia ancora calde con patate e pomodorini. Lo ringraziamo e ci buttiamo famelici sui vassoi. Spazzoliamo ogni cosa, mai fatto una colazione così abbondante! Quando usciamo siamo così sazi che potremmo affrontare una carestia, ma si sa, dobbiamo essere in forze per oggi. Purtroppo piove e noi cominciamo a salire, gradino dopo gradino, cercando di non scivolare. Attraversiamo piazzette deserte e saliamo, saliamo ... In giro non c’è quasi nessuno, non per il brutto tempo, ma per l’orario, sono le 10 ed è ancora presto, qui la vita comincia quasi a mezzogiorno ed il motto dei materani è “C’è tempo!”
Ci lasciamo guidare dall’istinto e andiamo alla scoperta degli angoli più sperduti, ovunque il nostro sguardo si volta, c’è una scoperta ... La nostra diventa quasi una passeggiata senza tempo, ciò che ci colpisce poi è il silenzio e la tranquillità che si gode, i clacson e lo sfrecciare delle auto sono solo un lontano ricordo e noi proseguiamo senza sosta affascinati dalle lunghe scalinate, quasi la città ci invitasse a perderci.
Quando arriviamo all’appuntamento con la guida, per il tour della città, oltre alla pioggia si è alzato un gran vento e rimpiangiamo di non aver portato guanti e berretto di lana! Per fortuna siamo in pochi, cerchiamo di seguire le sue spiegazioni ma è difficile a causa delle condizioni atmosferiche.
Rivediamo posti già visti, ma ad un certo punto veniamo condotti in una piccolissima chiesa rupestre, dove un anziano pastore ci racconta in musica la vita nei sassi agli inizi del 900. Usa un antico strumento che si chiama “Cupa cupa” con cui si cantavano scherzi, storie e canti d’amore.
Poi riprendiamo il giro ed entriamo in un'abitazione-grotta risalente agli anni '40/'50 tipica degli abitanti dei sassi. Ricca di suppellettili e mobilia originale dell'epoca, in meno di 50 metri quadrati vediamo il letamaio, il ricovero di mucche, agnelli e galline, il deposito degli attrezzi, l’angolo dove si cucinava, dove ci si lavava e i letti ... tutto assieme, senza acqua corrente, né servizi igienici, certo un modo di vivere inconcepibile per noi che ai giorni nostri abbiamo tutte le comodità!
All’uscita ha finalmente smesso di piovere per cui aggiungiamo una visita esterna ad una delle chiese rupestri più famose della città: la Madonna dell’acqua, per tre quarti incastonata nella roccia e che essendo in una posizione elevata, ci permette una bella vista sul Sasso sottostante. Vorremmo entrare, ma non ci viene permesso. Purtroppo le Chiese Rupestri, qui a Matera, a parte alcune eccezioni sono visitabili solo all’interno di tour organizzati o comunque con una guida.
Il tour termina al "Peperoncino" un negozio di cibi locali/ristorante per una tristissima degustazione di pane e olio, spiegata da una ragazza che parla meccanicamente, senza passione .... peccato perchè quello che assaggiamo è veramente buono!
Pranziamo con un piatto di cavatelli alla lucana buonissimi, con un sugo pieno di funghi chiodini e salsiccette al finocchio e poi corriamo a casa per un meritato riposo, siamo già stanchissimi!
Riemergiamo dopo almeno un paio d’ore ed usciamo per visitare gli ipogei e la gigantesca cisterna chiamata del “Palombaro lungo”. Entriamo accompagnati da una guida e scendiamo 16 metri sotto Piazza Vittorio Veneto per immergerci in una realtà incredibile. Questa serie di cisterne, scavate nel tufo, contenevano in origine 5 milioni di litri d’acqua e rifornivano l’intera città, siamo di fronte ad un vero e proprio un capolavoro di architettura e solo ad Istanbul si può vedere qualcosa di simile.
All’uscita ci perdiamo tra strette stradine e ripide scalinate, la vista di questa città non ci basta mai, ma non vogliamo perderci l’imbrunire e il momento in cui si illumina tutta la città.
Andiamo a prendere la macchina e saliamo fino al belvedere Murgia Timone. Una volta in cima il panorama è fantastico, la luce è cambiata ed assistiamo ad uno spettacolo unico, uno alla volta lampioni cominciano ad accendersi: questa vista vale tutto il viaggio! Lasciamo la macchina al parcheggio e ci inoltriamo seguendo alcuni sentieri fino a raggiungere il limitare della Murgia, sotto di noi il torrenti e davanti Matera illuminata ..... Ce ne andiamo a malincuore con questo paesaggio negli occhi e nel cuore.
Riprendiamo la macchina e torniamo verso casa, questa sera cambiamo ristorante e ci fermiamo lungo la via principale dove, come nostra consuetudine, troviamo un piccolo ristorante con pochi tavoli all'interno, lo stile un po' vintage, ma molto accogliente dove ci portano, appena seduti, un vassoio di crostini pane, olio, pomodoro e rucola, così, come benvenuto... ottimi però!
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Ordiniamo carne alla griglia, tutto del territorio e ci portano di tutto: tagliata, bombette, salsiccia, agnello, maiale ... verdure crude e cotte, in quantità esagerate, avremmo potuto mangiare in quattro! Chiaccheriamo con il cuoco, che è anche il proprietario, che vuole assolutamente farci un pacchettino da portare a casa, questi materani sono fantastici!
Paghiamo e andiamo a letto, faremo le valigie domani, naturalmente siamo sempre più stanchi!
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