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Immagine del redattoreLannaronca

2. Viaggio in Andalusia: Granada e dintorni


QUARTO GIORNO 16 GIUGNO


Oggi giornata di trasferimento, in poco meno di 3 ore arriviamo a Granada nel nuovo hotel che si trova a 5 minuti dal centro della città. La prima impressione è di trovarci in un quartiere sporco e degradato, pieno di graffiti e popolato da strani individui.

L’hotel è dignitoso, ma molto molto spartano. La camera poi è una vera topaia, piccolissima, ha un letto largo 135 cm e un solo cuscino lungo quanto il letto, dalla mia parte non c’è nemmeno il comodino e per salire sul letto devo strisciare lungo il muro, e non basta, il bocchettone dell’aria condizionata è esattamente di fronte al letto .... mi ammalerò, me lo sento!

Dopo un fugace pranzo e la consueta siesta, usciamo a piedi per visitare il centro della città. A 200 metri ci imbattiamo nella Cattedrale e nella Cappella Reale, per cui andiamo subito a visitarle entrambe in quanto chiudono alle 18 e 30. Che dire, un altro esempio di maestosità e di sfarzo, molto ricchi gli interni, ci hanno colpito i due organi contrapposti, vere opere d’arte. Ma quello che ci è piaciuto di più è stato passeggiare nel borgo intorno alla cattedrale con le sue vie caratteristiche dall'ambiente arabeggiante, con un susseguirsi di negozi di artigianato orientale, lampade multicolori: una deliziosa Granada in stile moresco.

Anche qui è pieno di locali in cui mangiare, per cui troviamo un ristorante caratteristico e ci gustiamo una paella del luogo, carne e pesce assieme, accompagnata dall’immancabile sangria, l’ambiente è allegro e il locale è pieno di gioventù, si sta proprio bene!

QUINTO GIORNO 17 GIUGNO


Dopo una brutta notte a causa del letto piccolo e dell’aria condizionata diretta su spalle e faccia, scendiamo per la prima colazione, sorpresona, non c’è il ristorante in hotel, per cui ci mandano fuori, in un bar convenzionato, dove consumiamo con il caffè, tostadas (pane abbrustolito) con olio, pomodoro e prosciutto, buone eh, ma sono le 8 di mattina e ci mancano le brioches e il pane burro e marmellata, che strana colazione!

Meta di oggi è l’Alhambra, monumentale fortezza simbolo di Granada.

Per fortuna prima di partire avevamo prenotato i biglietti d’entrata, all’arrivo ci accorgiamo che è tutto esaurito e chi è arrivato all’ultimo momento rimane fuori!

All’interno delle mura della fortezza si trovano i meravigliosi palazzi degli emiri arabi e dei re cristiani venuti dopo di loro.

Nessuna fotografia o video può rendere l'idea di quello che vediamo visitando l'Alhambra, da rimanere a bocca aperta! Una meraviglia per i cinque sensi, camminare nei giardini, tra i colori intensi dei fiori, ascoltare lo zampillare delle fontane sempre presenti sia all’interno che all’esterno, sembra quasi di essere in paradiso! E poi che dire degli archi decorati in stile moresco, con la pietra trasforata simile a pizzo ricamato e le colonne sottili a sostenere il tutto con armonia!

La Alhambra è talmente bella che il ricordo che ci porteremo dietro è quello di una piacevole passeggiata con il naso all’insù in luoghi da fiaba.

Completamente appagati, ma stanchi e molto accaldati, decidiamo di fermarci per pranzare e fare la nostra solita pausa ristoratrice.

Nel pomeriggio, nonostante il caldo quasi insopportabile, prendiamo un piccolo autobus per andare al Mirador di San Nicolas il migliore punto panoramico poter ammirare e fotografare da lontano l'accoppiata Alhambra-Alcazaba e la città dall’alto. Poi scendiamo a piedi tra le stradine pittoresche del quartiere arabo di Albaicín, la passeggiata è così bella che quello che vediamo ci ripaga della fatica .... non piccola!

Appena rientriamo in città, cerchiamo una taperia per rinfrescarci con la solita Sangria, ma il cameriere aggiunge anche una deliziosa tapa, e la cosa non ci disturba per niente, che paese!

Tornando in hotel dopo aver cenato, incrociamo molti carri trainati da cavalli addobbati a festa e molte donne vestite con l’abito tradizionale. Oggi è l’ultimo giorno di festa dei tre previsti per il Corpus Domini, per cui stanno andando a festeggiare fuori città in un grande luna park.

Poi andiamo finalmente a riposarci.

SESTO GIORNO 18 GIUGNO


Nel programma di oggi c’è la visita a Malaga una piccola città sul mare ad appena 120 chilometri da Granada. Siamo molto preoccupati per il caldo che ieri è stato eccezionale, per cui partiamo con un po’ meno entusiasmo.

Il viaggio è breve, si snoda attraverso una natura rigogliosa, ricca di coltivazioni, chilometri e chilometri di ulivi, ma anche di viti e ci regala bellissimi panorami. All’arrivo cerchiamo come sempre l’ufficio turistico dove ci danno una piantina della città, che è più moderna di quelle visitate fino ad ora, ma comunque gradevole, pulita ed accogliente. Il clima è stupendo, ventilato e per niente caldo, visitiamo subito l’immancabile cattedrale formata da un miscuglio bizzarro di stili, riceviamo la benedizione del Vescovo e poi andiamo nella bella piazza dove ha sede la casa natale di Picasso. Sappiamo che c’è anche una sala espositiva che ospita alcune sue opere, ma la troviamo chiusa per ristrutturazione, è successo anche a Parigi e a Barcellona, è proprio una maledizione, Picasso non ci vuole!

Dopo esserci ristorati con una bevanda fresca e un veloce pranzo, nonostante siano le 2 del pomeriggio, decidiamo di andare a vedere anche l’Alcazaba, un’enorme fortezza mussulmana, simbolo della città, dove non paghiamo l’entrata perché è domenica. Iniziamo la salita dove incontriamo archi, torri e giardini con fontane, fino in cima dove si gode una bella veduta sulla città e sul porto. Attraversiamo stanze decorate e deliziosi patii, ma ovunque vediamo vasche di marmo collegate a canaletti che portano l’acqua anche negli ambienti interni. Si tratta di un meraviglioso particolare di tutti i palazzi moreschi e il suono dell’acqua si sente ovunque.

Rientriamo a Granada e verso sera saliamo al quartiere Sacromonte, un vero e proprio quartiere gitano, le stradine si inerpicano ben oltre l’Albaicyn e le abitazioni sono tutte bianche. Qui la fisionomia, l’abbigliamento e il temperamento delle persone è differente da ogni altra parte della città, molto autentico e caratteristico.

In questo luogo ci sono le cuevas e cueva vuol dire grotta. Infatti questo è anche il quartiere delle case-grotta. Queste caverne furono occupate nell’800 dal popolo gitano che ancora adesso le abita, le custodisce, le mostra e molti degli spettacoli di flamenco si tengono proprio nelle cuevas.

Entriamo in una delle più famose, la Cueva de la Rocio e riusciamo a trovare due posti ancora liberi, che fortuna!

Entriamo e ci sediamo in una sala lunga e stretta su delle sedie appoggiate al muro. Di fronte abbiamo una comitiva di coreani un po’ rumorosi, ma quando comincia la musica ed entrano i ballerini all'interno della grotta si crea un’atmosfera quasi intima e per un'ora ci sentiamo trasportare da questo spettacolo unico e coinvolgente che ci trasmette una grande energia e non vediamo più né i coreani e nemmeno gli altri ospiti.

Nel biglietto è compresa anche una consumazione che viene servita in modo alquanto pittoresco a metà spettacolo durante una pausa degli artisti.

Sono le 10 di sera quando usciamo e invece di prendere l’autobus ci incamminiamo a piedi godendo di una magnifica vista dell’Alhambra illuminata e della città dall’alto. Arriviamo in hotel molto tardi e ci chiediamo dove troviamo tutta questa energia, ma prima di risponderci siamo già profondamente addormentati.

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