SETTIMO GIORNO 19 GIUGNO
Oggi giornata di trasferimento a Gibilterra, alloggiamo in una località vicino al confine e, come sempre, da qui ci sposteremo per visitare i “dintorni”
Disfatte le valigie, usciamo subito per andare a visitare Gibilterra che è una colonia britannica, varcare il confine vuol dire a tutti gli effetti entrare in Inghilterra per cui prendiamo con noi il passaporto.
Decidiamo di salire subito sulla Rocca con la funivia che in brevissimo tempo ci porta in cima; qui possiamo ammirare tutto il territorio attorno, vediamo anche le coste del Marocco. l'Africa è così vicina, che l'emozione di vedere le mitologiche colonne d'Ercole è unica.
Ci guardiamo attorno, metà del promontorio è coperto dalle nuvole, mentre l’altra metà è in pieno sole: un singolare effetto scenografico!
Al nostro arrivo poi ci accolgono le famose e furbissime scimmie, tante scimmie. Ci vengono vicino e ci guardano incuriosite. Istintivamente tengo stretta la borsa, sono delle ladre e se non si sta attenti ti rubano ogni cosa. Non le avevo mai viste così da vicino.
Facciamo un giretto nel vecchio avamposto dell’ultima guerra e scendiamo nuovamente in funivia.
Facciamo un giretto per il paese e ci rendiamo subito conto che questo è proprio un angolo di Regno Unito sul Mar Mediterraneo, con tanto di insegne, cabine telefoniche e sterline. Poi andiamo a cena e cosa possiamo mangiare di caratteristico? Fish and chips naturalmente, in perfetto stile british.
Riattraversiamo il confine e ci godiamo il singolare attraversamento della pista dell’aeroporto, unica nel suo genere. Quando deve decollare un aereo, il semaforo diventa rosso e tutti si fermano: macchine, autobus e pedoni. Così succede anche a noi che rimaniamo esterrefatti in mezzo alla pista!
OTTAVO GIORNO 20 GIUGNO
Oggi andiamo a visitare Cadice, sull’Oceano Atlantico. Viaggiamo accompagnati costantemente dal vento, sfruttato da enormi pale eoliche, che in alcuni punti sembrano un vero e proprio bosco!
Cadice ci dà una sensazione di serenità e di armonia, non manchiamo di fare come sempre, una puntatina alla cattedrale, ma preferiamo buttarci in mezzo alle strette vie, con case bianche e piazzette nascoste dei quartieri popolari, per cogliere la vera anima della città.
Arriviamo al mercato del pesce e curiosiamo tra i banchetti, quando ad un certo punto ci cade l’occhio su di una montagna di ostriche, ci guardiamo e ... non sappiamo resistere: sono grandi, carnose e buonissime. Anzi mancherebbero 2 calici di vino bianco fresco per essere perfette!
Ci rimettiamo in viaggio verso Jerez della Frontejra, una località a pochi chilometri di distanza, dove andiamo a visitare una cantina che produce un pregiato sherry. Troviamo la più famosa, la cantina Tio Pepe, un’azienda simbolo del posto, talmente grande da trasportarci in giro per l’azienda su di un trenino rosso.
Una volta scesi, passeggiamo tra le sue suggestive vie e poi entriamo nelle cantine dove procediamo tra piramidi di botti, avvolti dal profumo dello sherry.
Duilio vaga tra le botti cercando lo scatto perfetto, mentre io, ebbra per aver annusato tanto alcol, fatico a seguire le spiegazioni della guida, che tra l’altro sono in inglese.
Ormai siamo totalmente coinvolti, una strana smania ci prende: scattiamo foto ovunque e ci emozioniamo per la collezione di botti firmate dai personaggi in visita in azienda, da Picasso a Orson Welles, passando per i reali di mezza Europa e politici di ogni epoca.
Ad un certo punto la guida dice "Ecco a voi “Los ratones de Tío Pepe”. Scusa Duilio "ha detto ratones? Cioè topi?" Lei continua impassibile “qui si sono alternate generazioni di topi e per buon augurio noi lasciamo loro sempre un assaggio” In effetti per terra vediamo un bicchiere di sherry e una piccola scaletta appoggiata. Sarà vero?
Oh si è proprio vero!
Infine arriviamo alla zona degustazione dove ci portano due coppe piene di sherry bello fresco, che va giù in un attimo, ma in un attimo arriva alla testa, non saremo mica brilli?
Torniamo in hotel che è quasi sera stanchi, manco a dirlo, ma molto felici!