OTTAVO GIORNO 21 GIUGNO
Oggi ci attende una grande avventura, andremo a visitare Tangeri.
La nave che ci condurrà in Marocco è grandissima ma semivuota, per cui andiamo in giro, soprattutto sui due ponti, per fare un po’ di foto.
Scoviamo un angolino dove sono posizionati i tappeti rivolti alla Mecca per le preghiere. Tutti gli altri passeggeri infatti sono mussulmani. Purtroppo il cielo non è limpido e su Tangeri vediamo addensarsi un po’ di nuvole. Speriamo bene ....
All’arrivo veniamo abbordati da un tassista che si propone di portarci alla città vecchia, che è a circa 50 chilometri di distanza; contrattiamo un po’ sul prezzo e poi partiamo. Il percorso, una strada tutta buche e curve, segue la costa ed è suggestivo. In quasi un’ora arriviamo alle porte della città. Qui prendiamo una guida che, per una modica cifra, ci accompagnerà in giro per la città, ci porterà a mangiare in un posticino caratteristico e ci riporterà al taxi nel pomeriggio. Ci sentiamo un po’ spaesati, ma il programma ci sembra allettante per cui accettiamo, senza una piantina della città e con poche conoscenze, dove andremmo da soli?
Così cominciamo a seguirlo: alto, grosso, con i piedi piatti e un’andatura dondolante, si chiama Abad e non sorride mai. Parla un po’ in spagnolo, un po’ in inglese e un po’ in francese, a volte ci mette anche qualche parola di italiano, ma intervalla sempre ogni frase con “por favor”! “Guarda questa moschea por favor, fai una foto por favor”. Ci viene da ridere, ma non lo facciamo, il suo sguardo severo ..... potrebbe incenerirci!
Entriamo subito nella Medina il quartiere del mercato, vibrante di suoni e colori, passiamo vicino a file di banchetti e non sappiamo dove guardare e cosa fotografare, pile di olive, spezie, pesce, ceci, verdure. Molti vendono la loro merce anche per terra! Ci rendiamo conto che da soli non avremmo mai potuto vedere questi angoli nascosti, infatti siamo gli unici turisti!
Attraversiamo strette vie dove la parte bassa dei muri è spesso dipinta di azzurro. Intravvediamo l’interno di alcune stanze che ci sembrano piccolissime, qui le case sono sviluppate in altezza, una stanza sopra l’altra! Entriamo in negozietti caratteristici dove vogliono venderci ogni cosa, per fortuna la guida è del posto e ci sentiamo protetti.
Proseguiamo la visita entrando nella Kasbah, che si trova nella parte superiore della città vecchia, è protetta da alte mura e ha 4 portoni d’accesso. Dai bastioni ammiriamo il porto e se fosse meno nuvoloso vedremmo anche Gibilterra. Qui ci sono bellissimi alberghi e sontuose ville.
Entriamo nell’unico museo della città che un tempo ospitava i sultani e ci aggiriamo nelle sale ammirando manufatti e antiche carte geografiche.
Poi passiamo davanti alla grande moschea con i suoi minareti verdi e bianchi. L’entrata è un portale dai raffinati intagli e fa intuire chissà quali tesori nascosti, ma noi non possiamo entrarci, perché non siamo mussulmani.
Finalmente Abad ha pietà di noi e ci porta a pranzo in un posto incredibile, come se fosse uscito dalle storie di Mille e una notte. Anche se siamo consapevoli che è il classico ristorante per turisti, ci piace molto: la sala dove ci accolgono è grande, tutta arazzi, specchi e cuscini. Ci sediamo in panche molto comode ma più alte del basso tavolino dove ci servono il pranzo e ... non siamo molto comodi!
Ci servono zuppa di ceci, focaccia alla cannella ripiena di pollo, spiedini aromatici e un sontuoso cous cous di pollo e verdure. Alla fine ci portano anche un delizioso dolcetto alle mandorle e un bicchiere di te alla menta molto saporito, tutto buonissimo!
Durante tutto il pasto ci accompagna la musica di un’orchestrina tipica. I musicisti sono molto disponibili anche a farsi fotografare, a patto di ricevere una bella mancia, eh qui funziona così!
Giriamo ancora un po’, questa volta in una zona più turistica, dove vendono cartoline, magneti e borse con scritto Tangeri, puro stile San Marino insomma e poi riprendiamo il taxi per tornare all’imbarco e tornare in hotel.
Che avventura, dicono che Tangeri sia la porta del Marocco, noi ci siamo stati solo un giorno, quindi siamo rimasti sulla porta, ma ci siamo ripromessi un giorno di oltrepassarla e andare oltre, per scoprire le altre città del Marocco. Questa terra così vicina, ma così lontana è meravigliosa, anche se totalmente diversa dal mondo a cui siamo abituati, ci ha proprio stregato.