Era un inverno molto freddo ed io, 5/6 anni appena, ancora in pigiama, avevo trascorso la mattinata con il naso attaccato al vetro della finestra nella grande cucina della nonna. Nevicava fitto fitto tanto che non riuscivo a distogliere lo sguardo. Accoccolata nella poltrona di vimini, venivo avvolta dai profumi che si sprigionavano dalle pentole sul fuoco.
La nonna si era alzata presto, si affaccendava veloce tra pentole e tegami e ogni tanto passava a darmi un buffetto sul naso, avrebbe continuato a cucinare tutta la giornata, rigorosamente pesce, senza apparentemente sentire la fatica, ma sorridendo e canticchiando. La vigilia di Natale era un grande avvenimento per la mia famiglia e raccoglieva tutti i suoi componenti per l'occasione, anche quelli più lontani, attorno ad una grande tavola. Vista la nostra origine veneta, Il baccalà la faceva da padrone e veniva servito in tre modi diversi: lessato in insalata, mantecato e alla vicentina con la polenta.
La sua preparazione era lunga e laboriosa: il nonno una settimana prima, andava al Mercato con le istruzioni della nonna, comprava 3 stoccafissi rigorosamente marchiati RAGNO, che lui in seguito batteva ripetutamente con un martello di legno e ammollava per 4/5 giorni in acqua fredda che rinnovava ogni 6/8 ore.Quando qualcuno tentava di andare nello stretto terrazzino, veniva apostrofato così:- Ocio, che ghe se el bacalà!
Dopo circa una settimana, finalmente si potevano cominciare le preparazioni. Non c'erano sbattitori e frullatori elettrici e tutto dipendeva dalla forza fisica della nonna, che, forte era forte e sovrastava il nonno di quasi una spanna. Mentre il baccalà alla vicentina aveva bisogno solo di una lunga cottura, tutt’altra cosa era la preparazione degli altri due. Una volta lessato il baccalà in "insalata" veniva posto tra due piatti e sbattuto vigorosamente e a lungo, fino a renderlo morbido, mentre quello mantecato veniva mescolato e "montato" a mano con un mestolo di legno fino ad ottenere una crema omogenea. Una vera bontà!
Ricordo in particolare quell'anno, perché proprio mangiando il baccalà, mi si conficcò una lisca in gola e non c'era verso di mandarla via, chi mi dava colpi sulla schiena, chi mi metteva a testa in giù, chi mi dava da bere .... Quando la nonna se ne accorse, da uno dei suoi frequenti andirivieni dalla cucina, gridò:-"Ste fermi tosi!" Mi prese in braccio e mi fece mangiare una mollichina di pane, con calma, senza perdere la pazienza ed io stetti bene, il pane scendendo lungo la gola aveva avvolto la lisca e se l'era portata via, grande nonna Zina!