LUNEDÌ 22 GIUGNO 2015
Oggi giornata di trasferimento a Quimper, sull’Oceano Atlantico. Anche oggi è una giornata uggiosa, fa freddo e piove un po’. La prima tappa e Roscoff, un paesino di pescatori sulla Baia di Morlaix a 100 km. Percorriamo un’autostrada che, se da un lato ci permette di spostarci velocemente, dall’altro ci toglie tutto il paesaggio!
All’arrivo, ben coperti, facciamo due passi. La nostra guida recita così: “Qui si respira appieno la tradizione marinara della pesca e della raccolta delle alghe ...”, ma noi riusciamo a vedere solamente barconi ormeggiati, grossi gabbiani oziosi e poca gente in giro e respiriamo l’odore pungente dell’acqua salmastra!
Gironzoliamo per il porto, tipicamente bretone e per le vie con le antiche case degli armatori decorate con motivi nautici e incisioni di navi e scorgiamo qualche angolo suggestivo, tutti i turisti sono barricati nei bar a bere cioccolate calde per combattere pioggia e freddo! Sicuramente con il sole sarebbe stato molto diverso ....
Dopo un leggero pranzo, ci spostiamo a Morlaix, dove ci fermiamo poco ma abbastanza per ammirare le incredibili case e l'immenso viadotto ottocentesco: è un prodigio di ingegneria. Per cui prendiamo un caffè e via verso la vera star di oggi: Locronan.
Locronan è un piccolo villaggio medievale nel sud del Finistere che sembra non essere cambiato da 500 anni, poco turistico ed elegante è uno dei paesi più belli della Bretagna. Lasciata l'auto all'ingresso del paese, ci incamminiamo mandando le lancette del tempo indietro, sembra di essere tornati nel medioevo. Tutte le case sono in pietra e i negozietti, molto discreti, non mostrano sulla strada le loro mercanzie, ma ti lasciano guardare, curiosare e toccare senza problemi. Un tuffo nel passato anche quando entriamo nell'ampia piazza dove si affaccia la chiesa, è meraviglioso camminare per le stradine, non ci sono cavi elettrici, antenne e semafori, veramente incredibile!
La stanchezza si sta accumulando per cui ripartiamo e siamo felici quando arriviamo a Quimper in hotel. La stanza è enorme ma il letto è piccolo e il materass...ino appoggia su di un duro cassettone, speriamo bene! Andiamo a cena sul mare a Benodet e ci offriamo un altro piatto gigante di frutti di mare, così grande che fatichiamo a finire, tra l’interesse e quasi l’ammirazione degli altri commensali.
Poi torniamo in hotel, siamo stanchi, dormiremmo anche per terra!
MARTEDÌ 23 GIUGNO 2015
Giornata calda e serena, proprio adatta al nostro itinerario: prima tappa Carnac e i siti megalitici. Scarpe da ginnastica e jeans e alle 9 siamo in macchina, questa mattina ce la siamo presa comoda!
Il villaggio di Carnac, in Bretagna, è talmente piccolo da essere a malapena menzionato sulle carte geografiche; nelle sue vicinanze, però, sorge da tempo immemorabile una delle più impressionanti testimonianze del nostro passato … e anche una delle più enigmatiche.
Vi si trova un genere molto particolare di monumenti, risalenti al nostro più remoto passato: si tratta dei menhir, enormi monoliti di pietra, isolati, allineati tra loro, oppure disposti in cerchio, e dei dolmen, costruzioni più complesse ottenute accostando lastroni di pietra grezza.
Carnac è però un esempio unico. Il numero di pietre, la concentrazione e l’estensione di questo complesso megalitico non ha eguali in Europa e nel mondo, e ha fatto sì che la località venisse definita una “capitale della preistoria”.
Raggiungiamo il primo dei tre allineamenti e quello che vediamo ci lascia subito stupiti ed increduli: 11 file parallele di menhir, sono quasi 1000 ... Emozionati vorremmo avvicinarci, ma non ci fanno entrare nei recinti, purtroppo si può accedere solo con una guida e in pochi alla volta. Decidiamo allora di raggiungere gli altri 2 siti poco lontani e ci incamminiamo a piedi, quando scopriamo un servizio di piccoli pullman scoperti che fanno il giro di tutti e tre gli allineamenti. Ci danno una audioguida in italiano e partiamo. Il giro dura 40 minuti ed è interessantissimo e ci permette di capire dove andare dopo essere ritornati alla partenza, ci avviamo per visitare il Gigante di Manio. Parcheggiamo vicino ad un centro ippico e prendiamo un sentiero inoltrandoci nella boscaglia, finché lo scorgiamo: superbo e originale, questo menhir colpisce per la sua dimensione e posizione, da solo, nel mezzo della foresta. Misura 6,5 m di altezza, ed è il menhir più alto di Carnac. Vicino a questo monolite ci sentiamo veramente molto piccoli e ci chiediamo come abbiano fatto gli abitanti dell’epoca a trasportarlo fin lì. Ci spingiamo poi ancora più lontano per visitare un altro megalite: il Tumulo di Kercado, imponente luogo di sepoltura, nascosto in un giardino privato, dove entriamo nelle camere interne e proviamo un leggero brivido!
Alle 14 cerchiamo una creperia sul mare e mangiamo 2 gallette bretoni veramente gustose, sono fatte con farina di grano saraceno e, vederle così scure, non ci ispirano molto, per fortuna non ci fermiamo alle apparenze e ci piace assaggiare!
Riguardiamo l’itinerario previsto e ci spostiamo a Vannes, che si trova abbastanza vicino a Carnac. Entriamo nella città vecchia e imbocchiamo la via principale costeggiata da antichi edifici, qui, nel Medioevo, si svolgevano i tornei, i palazzi signorili si trovano accanto alle case a graticcio e le facciate si illuminano di colori sempre diversi da casa a casa.
Scopriamo che è un’incantevole cittadina medioevale, Alcune case sono così vecchie da essere leggermente storte, sfidano la legge di gravità e ci chiediamo “ma come saranno i pavimenti dentro?” Passeggiamo incuriositi e finalmente troviamo una delle particolarità della cittadina: Vannes e sua moglie. All'angolo tra rue Rogue e rue Noé, due figure gioviali ci salutano. Scolpite nella pietra, rappresentano il padrone e la padrona di questa casa del XVI secolo e sono diventate le mascotte degli abitanti di Vannes e vengono raffigurate in ogni guida turistica.
È ormai pomeriggio inoltrato per cui torniamo in hotel per riposarci un po’. Studiamo i nostri appunti, carte geografiche e guide turistiche .... per decidere dove andare a cena naturalmente.
Scegliamo Concarnau, grazioso paesino di mare con una particolarità; il suo centro storico si trova su di un isolotto circondato da mura e unito alla terra ferma da un ponte di legno. Purtroppo negozi e ristoranti sono già tutti chiusi, qui non è ancora la stagione balneare e fa ancora un po’ freddo, ma è bellissimo! Ceniamo sulla terra ferma, di fronte al mare, in uno dei pochi ristoranti aperti. Ci fanno sedere in basse e strette poltroncine di fronte un minuscolo tavolino rotondo. Ordiniamo e il cameriere compone un vero e proprio puzzle per far stare tutto il cibo, piatti a due piani e bottiglie agganciate al tavolo, in precario equilibrio, mangiamo bene, ma non siamo mai stati così scomodi! Sono le 10 di sera ed assistiamo ad uno dei tanti tramonti sul mare, è comunque uno spettacolo meraviglioso. Al ritorno in stanza troviamo compagnia, un grosso scarafaggio passeggia tranquillo in bagno, così andiamo a lette lasciando la luce accesa.
MERCOLEDÌ 24 GIUGNO 2015
Oggi abbiamo in programma solo la visita a Josselin, una cittadina sul fiume Ost, famosa per il suo bellissimo castello e la foresta di Brocelandia che la circonda. Speriamo che il viaggio di più di 100 chilometri, ne valga la pena. All’arrivo visitiamo la città che è poco più di un borgo. Una bellissima sorpresa questo paesino, grazioso come pochi, con un castello meraviglioso e imponente sul fiume, casette a graticcio, stradine acciottolate, una cattedrale notevole, tanti ristoranti e caffè, proprio tipico della Bretagna. Però abbiamo fretta di andare al Castello, ci dicono che apre alle 14 e per noi è perfetto, così andiamo a mangiare! Ci compriamo due enormi baguette e troviamo un posticino sul fiume, dove c’è una vista fantastica sul castello e sulle sue torri che si riflettono sulle tranquille acque dell’Ost. Numerosi battelli girano pigramente, alcuni attraccati alle rive, ospitano compagnie di persone che pranzano allegramente. Si sta molto bene senza traffico di auto e rumore.
Alle 14 andiamo al castello e dopo un lunga fila di fronte alla biglietteria riusciamo ad entrare, ma solo con la guida che spiega in francese. L'interno non è grandissimo, anche se, visto frontalmente sembra enorme, di lato ha uno spessore minimo. Il castello poi è ancora abitato dai proprietari, i discendenti dei Duchi di Rohan, per cui ci danno accesso solo a poche stanze: la sala da pranzo con preziosi arredi e suppellettili, l'anticamera con i ritratti di famiglia, il gran salone dallo splendido monumentale camino in granito, la biblioteca con circa 3000 volumi del XVIII e XIX secolo. La visita è veloce ma comunque interessante.
È ancora presto così ripartiamo e ci spingiamo più a sud a Paintpont nel cuore della foresta di Broceliande, dove dicono ci sia la Tomba di Merlino e la Fontana della Giovinezza. Il paese è piccolissimo e tutto gira attorno a Merlino e agli incantesimi, la sua economia è infatti basata soprattutto sul turismo alimentato dalla millenaria leggenda di Merlino e Viviana. Non compriamo niente, ma prendiamo una piantina della foresta e ci mettiamo in cammino. Ci inoltriamo a piedi in un bosco di querce e faggi, felci e cespugli di more, siamo da soli, ma gli altri turisti? Dopo aver camminato un paio di chilometri finalmente troviamo la “Tomba di Merlino”, il presunto luogo della sepoltura del più famoso mago di tutti i tempi, due lastre di pietra e un agrifoglio. Si tratta in realtà delle poche pietre rimaste di una sepoltura megalitica datata tra il 2500 e il 2000 avanti Cristo, si narra che sia il punto in cui fata Viviana chiuse Merlino in una prigione d’aria. Non ci lasciamo influenzare, ma, ma …il luogo è suggestivo, quasi aleggiassero i fantasmi di leggende passate! Proseguiamo e non molto lontano ci imbattiamo in un albero molto antico chiamato la “quercia di Hindres”, che misura circa 5 metri di circonferenza, è solenne e affascinante. Ad un certo punto le segnalazioni per la Fontana della Giovinezza spariscono, non sappiamo come fare, abbiamo paura di perderci. È così caldo che pensiamo di tornare indietro, ma fortunatamente la vediamo in lontananza: una pozza rotonda, circondata da pietre e cinta da un basso steccato di legno, non sembra per niente magica! È in secca, peccato avrei voluto bere un po’ d’acqua, magari mi ringiovaniva un po’! La piantina presa in paese ci incita a cercare altri luoghi magici come la Fontana di Barenton, la Valle senza Ritorno e lo Specchio delle Fate, ma dovremmo inoltrarci ancora più profondamente nella foresta e noi cominciamo ad essere molto stanchi ed accaldati. Così rifacciamo il percorso all’indietro e saliti in macchina, accendiamo l’aria condizionata e torniamo a Quimper in hotel dove, dopo un bella doccia, stramazziamo sul letto fino all’ora di cena.
Come rinati, ci prepariamo ed andiamo a vedere questa bella cittadina, attraversata dal fiume Odet. Purtroppo, come abbiamo visto altrove, è già tutto chiuso o sta chiudendo, anche alla Cattedrale è vietato l’accesso, gli addetti ci dicono di andar via e di tornare l’indomani. Ci accontentiamo di guardarla dall’esterno, è molto bella e grande e le sue guglie gemelle si vedono da una grande distanza. Cercando un ristorante ci imbattiamo lungo la via principale in grossi gabbiani che a colpi di becco aprono i sacchi della spazzatura e spargono le immondizie sulla strada in cerca di cibo. Mangiamo bene, in un locale un po’ alla moda, pieno di giovani, ci servono una enorme tagliata su di un piatto d’ardesia, completamente ricoperta di pepe, molto gustosa, il cameriere però vorrebbe portarci ogni sorta di salsa fatta con formaggio o altri ingredienti, ma noi siamo stanchi di questa cucina così elaborata, per cui diciamo di no e lui, con grande rammarico se ne va, pensando sicuramente “Ah questi italiani!”