SABATO 16/06/2018
Dopo una mattinata tranquilla, alle 15 chiamiamo un taxi e andiamo in aeroporto. Naturalmente la coda per tutte le destinazioni Ryanair è lunghissima, ma per fortuna molto scorrevole. Arriviamo al Gate e ci accorgiamo che gli imbarchi prioritari sono quasi più numerosi degli altri. Comunque riusciamo a salire sull’aereo e a partire, anche se un po’ in ritardo.
I posti sono incredibilmente stretti, non me lo ricordavo più questo fatto!. Il mio vicino di posto poi è un omone che sbuffa e cambia spesso la posizione appoggiandosi al mio braccio, mi sento soffocare!
La prima cosa che facciamo all’arrivo a Porto è spostare indietro le lancette dell’orologio, sono solo le 19,30, ma la nostra pancia non ci crede, abbiamo una fame! Andiamo subito all’autonoleggio, cioè, vorremmo, ma non ne troviamo traccia, l’agenzia presso cui abbiamo prenotato Interent non c’è in aeroporto, eppure ce lo avevano assicurato .... Chiediamo e ci indicano un ragazzo che ci sta proprio aspettando, quando ci vede chiama un furgoncino che ci porta alla sede, qualche chilometro lontano da lì. Scegliamo una macchina diesel con il telepass, ci danno una 550L quasi nuova, che lusso (!) la controlliamo e siamo pronti per ripartire.
Quest’anno abbiamo scelto di prenotare gli alloggi con Airbnb, pernotteremo in Bed and Breakfast con un notevole risparmio sugli hotel e siamo molto curiosi di provare questa nuova esperienza.
Con il navigatore troviamo facilmente la prima destinazione. Ci aspetta Eugenio, il papà del padrone di casa che ci fa entrare nell’appartamento. Eh sì, il primo è un grande appartamento con due camere da letto e un piccolo giardino, siamo contentissimi. Sembra pulito ed accogliente, anche se a livello stradale. Lui, che non sa una parola di inglese, ci spiega in portoghese quello che ci mette a disposizione per la prima colazione e per eventualmente per cucinare, dove andare a fare la spesa, dove andare a cena (sono quasi le 10 di sera!) e dove prendere l’autobus per andare a Porto. Il bello è che lo capiamo, sarà la fame?!
Appoggiamo le valigie e andiamo subito a mangiare, il quartiere è molto periferico e un po’ “malconcio”, ma non siamo preoccupati, sono tutti così amichevoli!
Troviamo una osteria-trattoria-tabaccheria dove ci servono “frango assado” pollo arrosto, calamari fritti con una montagna di patatine e due birre. Anche qui l’inglese non è di casa, ma ci intendiamo ugualmente. Spendiamo solo 14 euro fra tutti e due, dopodiché torniamo alla nuova casa dove andiamo a letto quasi subito.
DOMENICA 17/06/2018
Dopo una discreta notte e una bella colazione, siamo pronti per andare a Porto e visitare la città. Seguiamo le istruzioni di Eugenio e prendiamo l’autobus 305. Non fa per niente caldo, c’è il sole, ma siamo sui 20 gradi, ideale per andare in giro.
L’autobus ci porta in Centro in poco più di mezz’ora, scendiamo al capolinea, proprio di fronte alla Torre dos Clericos e da lì a piedi, scendiamo fino al fiume.
Quello che vediamo della città vecchia ci piace molto, ripide stradine e viuzze, negozietti, locali che vendono “montagne” di piccoli panini ripieni di carne di maiale, che qui chiamano bife o bifane e tantissima gente. Siamo nel quartiere popolare della Ribeira, forse un po’ decadente, ma pittoresco e divertente. Osserviamo stupiti le facciate dei palazzi “liberty”, i colori, i decori, l'atmosfera rilassante.
Piano piano arriviamo fino al fiume, non prima di aver comprato l’immancabile “Panama” per Duilio che gli dà un’autentica aria da turista. Ci sediamo all’aperto di fronte al Duero e prendiamo un caffè con calma, osservando i gabbiani volteggiare pigri sopra all’acqua e pregustiamo la giornata.
Facciamo un giro lungo il fiume per ammirare i suoi ponti, ma soprattutto l’incredibile “Don Luis I” interamente costruito in ferro, mi ricorda qualcosa .... ma certo, il suo architetto è un allievo di Eiffel, ecco cos’era, mi ricorda la famosa Torre parigina! È un imponente ponte su due piani che collega le due sponde del Duero. Ci ripromettiamo di attraversarlo più tardi, ma per ora ci attira molto l’idea di fare un crociera fluviale. Scegliamo un piccolo battello che fa un breve percorso di 1 ora attraverso i 5 maggiori ponti, e si spinge fino alla foce sull’Oceano Atlantico. Trascorriamo il tempo in piacevole navigazione, mentre la guida ci racconta la storia del fiume, della città e dei suoi ponti. Un po’ in inglese e un po’ in portoghese riusciamo a capire almeno le cose principali.
Scendiamo e prendiamo fuori la piantina della città. Prossima meta la Cattedrale, ma sbagliamo strada, perché il sole quasi ci acceca e fatichiamo a leggere. Arriviamo invece alla Chiesa di San Francesco, prendiamo il biglietto (è a pagamento) ed entriamo. I suoi interni sono barocchi e completamente ricoperti da incisioni dorate su legno, mai visto nulla di simile! Valeva veramente la pena sbagliarsi ... Adesso fa molto caldo ed è ora di pranzo.
Scegliamo un localino di fronte al fiume e assaggiamo i due panini caratteristici della città. Duilio prende la “Francesinha”, un “mattone” ripieno di vitello, prosciutto e maiale, ricoperto di formaggio che galleggia in abbondante salsa di pomodoro e birra e io la “Bifana” un panino ripieno di fette di maiale fritte nell’olio e aglio, alla fine non possono mancare due “pasteis de nata” dei pasticcini di pasta sfoglia ripieni di crema d’uovo, quello che si dice un pranzo leggero!
Ci alziamo e, nel tentativo disperato di digerire, ci incamminiamo a piedi alla Cattedrale del Sé, sulla cima della collina. Prendiamo una stretta via in forte salita, è faticosissima, ma, arrivati in cima il panorama è magnifico! Purtroppo la Cattedrale è chiusa così, ripreso fiato, torniamo giù per un’altra strada che via via diventa sempre più ripida e stretta, finché riesco a toccare con le mani entrambi i muri. Sulle nostre teste decine di festoni colorati, fiori alle finestre, gente del luogo che chiacchera e piccoli locali dove mi chiedo “ma quanti avventori potranno mai starci là dentro?” Che meraviglia!
Cominciamo a sentirci un po’ stanchi, ma facciamo finta di niente e ci avviamo verso le nostre due prossime mete: attraversare il famoso ponte e andare a visitare una delle tante cantine di Porto che ci sono lungo l’altra sponda del fiume nel quartiere di Vila Nova de Gaia. Il ponte è una meraviglia ingegneristica e attraversarlo un’emozione. Sotto di noi scorre placido il Duero e in lontananza si vede tutta la città.
Sull'acqua, come in un museo a cielo aperto, galleggiano antiche barche che trasportavano le botti di Porto in tutte le città del Portogallo.
A Gaia, come la chiamano i portoghesi, è tutto in festa, musica, gente ovunque e tanta allegria! È caldo, ma ventilato e asciutto, nemmeno un po’ di umidità, all’ombra si sta addirittura freschi! Raggiungiamo subito la Cantina SANDEMAN e prenotiamo una visita, purtroppo c’è posto solo alle 17,30. Mancano 3 ore, e ora cosa facciamo?
Bighelloniamo un po’ tra le numerose bancarelle, prese d’assalto da turisti e portoghesi, oggi è domenica, quando, alzando gli occhi, scorgiamo la funicolare. È vero, me la ero dimenticata! Conduce fino al Monastero che domina il quartiere, così andiamo alla stazione di partenza e ci imbarchiamo per questa nuova avventura.
Il tragitto è breve, ma all’arrivo possiamo ammirare il ponte Don Luis dall’alto, una vista stupenda! Ci riposiamo un po’ all’ombra, seduti sull’erba, assieme a decine di altri turisti e abitanti del luogo, ascoltiamo musica dal vivo e riguardiamo le foto fatte fino ad ora. Poi ci incamminiamo a piedi verso il Monastero Serra do Pilar. In cima c’è una terrazza panoramica da cui si gode una bella vista su Porto.
Il monastero in sé è un edificio piuttosto anonimo e massiccio che non passa di certo inosservato, all’interno visitiamo un trascurato piccolo chiostro che fa più tristezza che altro, ma con un’atmosfera silenziosa e piacevole. La chiesa è visitabile solo con la guida in portoghese, per cui la saltiamo. All’uscita c’è una piacevole brezza e tutte le panchine all’ombra sono nostre, si sta così bene ....
Un’oretta prima dell’appuntamento scendiamo di nuovo con la teleferica e facciamo un giretto all’interno del “Mercado” per bere una bibita fresca e poi ci precipitiamo alla Cantina Sandeman. La nostra giovane guida indossa il mantello e il cappello che ricordano l’immagine della Sandeman famosa in tutto il mondo. Parla un inglese stretto stretto e fatico a comprendere quello che dice. All’interno il profumo di vino e vecchie botti è talmente intenso da far girare la testa, mi sembra di essere già ubriaca!
È quasi buio, anzi no, è sapientemente illuminato in modo da rendere spettacolare la fila interminabile di botti ed enormi tini, anche se non servirebbe, quello che vediamo è stupendo! Alla fine ci proiettano un film sulle loro coltivazioni: vediamo vigneti a perdita d’occhio piantati su terrazzamenti, simili a quelli liguri, al di là e al di qua del Duero e al termine ci conducono in una sala per la degustazione. Assaggiamo due tipi diversi di Porto, uno bianco e uno rosso, che così, bevuti a digiuno, ci rendono allegri, molto allegri ... infatti facciamo amicizia con una famiglia di australiani e Duilio chiacchera di automobilismo in inglese come fosse una cosa che fa sempre, ah l’alcol!!!!
Usciamo passando attraverso il negozio, ma non compriamo niente, i prezzi sono proibitivi, e facciamo due passi per riprenderci. Fuori fa un gran caldo, per cui ci sediamo all’aperto di fronte al fiume e prendiamo l’aperitivo, ci portano una coppa di Sangria e finché beviamo, meditiamo su dove andare a cena. Troviamo un posticino un po’ nascosto, siamo fortunati, perché tutti gli altri locali hanno il maxi schermo e sono strapieni di gente che guarda le partite dei mondiali di calcio.
Mangiamo baccalà, saporito e abbondante e poi ci trasciniamo fino al parcheggio taxi per tornare a casa, siamo distrutti, ci rendiamo conto solo adesso che siamo in giro da quasi 12 ore, un vero record!