Giovedì 17/05/2018
Questa mattina partiamo dall’hotel in 7, Laila e Giulio ci raggiungeranno più tardi. Prendiamo un tram così affollato che sembriamo tante sardine!
Una volta scesi, percorriamo Via Cavour, ci dirigiamo verso la zona del Colosseo. E poi lo vediamo: è immenso e maestoso.
Ci guardiamo intorno, sui marciapiedi cammina una folla eterogenea: eserciti di scolaresche in gita, turisti fai da te e non, gruppi di coreani in fila per due dietro alla bandierina dell’accompagnatore, ambulanti insistenti e fastidiosi, È proprio come me lo ricordavo.
Per fortuna Laila e Giulio arrivano presto e possiamo ricomporre il gruppo.
Il Colosseo è una splendida rovina: è grandioso ed emana un fascino irresistibile: 2000 anni e non sentirli! Lavorando di fantasia, riparando con l’immaginazione i danni del tempo, dando qualche pennellata un po' di qua e un po' di là, provo ad immaginarlo nel suo pieno splendore imperiale, chissà come doveva essere magnifico allora!
Non faremo la visita interna, perché, a parte il poco tempo, la coda per entrare è, senza neanche dirlo, chilometrica! Per cui ci accontentiamo dell’esterno e della visione dell’Arco di Costantino che si trova proprio lì di fronte. Peccato per le barriere che non ci fanno passare all'interno, sarebbe stato ancora più emozionante.
Mentre Duilio passeggia allegramente, del tutto ignaro dei futuri eventi, squilla il suo cellulare, lo vedo sgranare gli occhi e dire, “Dove, ma quando .....” mentre si tocca la tasca posteriore dei pantaloni.
Lo guardiamo tutti con fare interrogativo e lui dice: “Oh mi hanno rubato il portafogli, sicuramente in tram, e gli ausiliari del traffico l’hanno trovato sotto ad una macchina, sembra ci sia tutto! Che fortuna .....”
Così lasciamo la compagnia e ci dividiamo nuovamente: noi andiamo a prendere i documenti, mentre gli altri fanno una bella camminata attraversando a piedi il Circo Massimo per arrivare fino al Roseto Comunale, un angolino verde ricco di colori e profumi dove le rose la fanno da padrone.
Da lì al Giardino degli Aranci la strada è breve. Cosa c’è di meglio che un po’ di ombra per riposarsi e una bella terrazza da dove ammirare Roma. Infine a pochi minuti, in Piazza Cavalieri di Malta, scovano una chicca, c'è un portone dove guardando dal buco della serratura si può ammirare uno spettacolo incredibile: la cupola di San Pietro.
Ci diamo appuntamento alla Bocca della Verità, un mascherone in pietra, di una divinità fluviale, la cui grande bocca, per tradizione, mozzerebbe la mano dei bugiardi… Così anche noi vorremmo metterci in fila per sottoporci alla prova, ma, tanto per cambiare, la fila è lunghissima, così ci accontentiamo di vederla dalla grata.
Finalmente facciamo una pausa, mangiamo un panino, troviamo anche da sederci, così ci riposiamo e ci raccontiamo gli ultimi avvenimenti.
Prima di andare a prendere le valigie in albergo facciamo una capatina in Piazza del Campidoglio. Saliamo la grande scalinata accolti da due copie di leoni in marmo e al termine da due enormi figure a cavallo.
La piazza, progettata da Michelangelo, è bellissima, ai lati ci sono il Palazzo Senatorio, sede del sindaco, gli altri due lati sono occupati dal Palazzo dei Conservatori e dalla sede dei Musei Capitolini.
Al centro della piazza c’è la copia della statua di Marco Aurelio e di fianco si aprono alcune terrazze sulla città da cui ammiriamo i resti della Roma antica, medioevale, rinascimentale e moderna in un largo giro di orizzonte.
Poi ci spostiamo All’Altare della Pace, non entriamo, ma saliamo i gradini e ci guardiamo questa grandiosa opera, rivestita completamente di marmo e di un bianco accecante, siamo a pochi passi dalla tomba del Milite Ignoto, tante volte vista in TV durante commemorazioni e cerimonie e questo ci emoziona un po’.
Arriva il momento di andare in stazione, il treno è in perfetto orario e noi facciamo un viaggio veloce e tranquillo, scrivendo e chiacchierando.
E così è terminata la nostra piccola vacanza a Roma in compagnia dei nostri amici, un’esperienza unica e straordinaria, ma con un unico difetto: troppe cose da vedere!
Si dice che giorno non è bastato per costruire Roma, ma a noi non ne sono bastati tre per girarla tutta. Per cui ci ripromettiamo di tornare.
Arrivederci Roma!
Comments