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Immagine del redattoreLannaronca

4. Viaggio a Praga - 1 e 2 luglio 2014

Aggiornamento: 26 mar 2019


SETTIMO GIORNO – Martedì 1 luglio 2014


Oggi, penultimo giorno, abbiamo in programma un vero e proprio viaggio. Partiamo da Piazza della Repubblica e andiamo a prendere per prima cosa la metropolitana per recarci in stazione.

Ieri sera siamo “stramazzati” a letto alle 10 e questa mattina io mi sento già stanca .... andiamo bene! Usciamo dall’hotel prestino e in breve tempo arriviamo alla fermata della metropolitana e prendiamo le scale mobili, che sfrecciando scendono sotto terra, mamma che paura, mi gira la testa!

Noi non lo sapevamo, ma la metropolitana di Praga è una delle più profonde d'Europa, si trova cioè a circa 65 metri sotto al livello stradale, e le sue scale mobili sono a dir poco inquietanti, infatti raggiungono una pendenza notevole, sono superveloci e sembrano non avere mai fine!

Raggiungiamo la pensilina e saliamo in carrozza, il viaggio è rapidissimo e arriviamo in un batter d'occhio, la metro è sempre un mezzo fantastico!

In stazione saliamo sul treno che ci condurrà a kutna Hora, una bella cittadina che fu per secoli ricca e famosa per le sue miniere d'argento e che cadde in disgrazia quando queste si esaurirono.

Il viaggio è tranquillo e dura circa 1 ora. Al nostro arrivo decidiamo di prenderla con calma e rallentiamo il ritmo.

Vogliamo goderci questo antico centro medioevale che ci offre subito una spettacolare grandiosità dei tempi andati, ma senza le maree di turisti della capitale.

Cominciamo il giro percorrendo stradine acciottolate in forte salita e, dopo una veloce visita alla chiesa di San Giacomo, ci incamminiamo verso Santa Barbara, imponente basilica gotica che sembra presa pari pari dai “Pilastri della Terra”, celebre romanzo di Ken Follet.

In posizione dominante sulla città e sulla valle del fiume, la raggiungiamo percorrendo una bella strada terrazzata il cui parapetto è decorato, come il Ponte Carlo di Praga, da una fila di 13 statue di santi mentre dall'altra parte costeggiamo l'ex collegio dei gesuiti.

Il tetto è così particolare, che, visto da lontano, ricorda un po' le vele di una nave ed è elegante e imponente con l’alternarsi di guglie ed archi così tipici del gotico. Ci sono anche alcuni Gargouille sembrano i guardiani della basilica.

Anche dall’interno lascia incantati preziose vetrate e affreschi medioevali che raffigurano le principali attività della città, le miniere e il conio delle monete d'argento, quasi un libro sull'estrazione di questo prezioso minerale.

Pranziamo all'aperto, il cibo è buono, ma sinceramente cominciamo ad aver voglia di un bel piatto di pasta! Mah ....

Poi, senza perdere tempo, corriamo al Museo dell'argento, dove ci aspetta un tour in miniera. Sì, avete capito bene, saremo "minatori per un pomeriggio".

Ci danno un caschetto con la luce ed un camice bianco e poi ci accompagnano all'entrata. Avremo la possibilità di camminare all’interno di una vera e propria miniera d’argento, lunga circa 250 metri e utilizzata in epoca medievale. Un’esperienza davvero da provare…Non nascondo che la cosa ci elettrizza un po'!

Entriamo un po’ timorosi. I tunnel, sono a senso unico, abbastanza stretti, per cui camminiamo tutti in fila indiana dietro alla guida, ma essendo piuttosto lontani da lei, abbiamo qualche problema a sentirla ma ancor di più, a comprendere il suo strano inglese.

I cunicoli sono in parte piuttosto bassi, quindi a tratti camminiamo leggermente piegati in avanti.

Poi ci fanno spegnere le luci e stare in piedi nel buio più completo per pochissimi minuti e noi fatichiamo un po' a mantenere la calma, ma in questo modo ci rendiamo conto di come lavoravano veramente i minatori: spazi angusti, oscurità e nessuna protezione, all'infuori del caschetto.

Finalmente ritorniamo in superficie, è stata un’esperienza molto interessante, oserei dire indimenticabile e ora ci rilassiamo facendo due passi per la città semideserta.

Lungo il corso principale del centro, incontriamo una fontana monumentale in pietra, molto particolare e probabilmente unica nel suo genere, Era una fontana pubblica collegata all’acquedotto. Solo le città più importanti ne avevano una, nelle altre ci si serviva di pozzi o di cisterne.

Visitiamo infine anche una Casa di Pietra in una piazzetta dove anticamente si svolgeva il mercato delle carni. É adibita a museo, per scoprire ancora una volta come si viveva qui in epoche passate.

Ormai non c’è più tempo e noi corriamo in stazione per prendere il treno e tornare a Praga.

Rientriamo in hotel nel tardo pomeriggio e cominciano i guai: per prima cosa la chiave elettronica della stanza si smagnetizza e ce ne vogliono altre tre prima di riuscire ad entrare in stanza, poi aprendo la finestra, un’anta cade per terra con un gran tonfo sfiorandoci i piedi e le gambe, infine “dulcis in fundo” non riusciamo a fare il check in on line, ci dicono che non c’è nessuna prenotazione.

Cerchiamo di non pensare positivo, vedremo domani in aeroporto e, dopo una bella doccia, ci concediamo una cena nella birreria più antica e caratteristica della città: U Fleku, che raggiungiamo con il solito tram.

Questo posto, rimasto legato alle tradizioni e con un servizio molto particolare, ci sembra decisamente diverso dai soliti.

Ci fanno sedere in un lungo tavolone che condividiamo con altri avventori e ordiniamo subito da bere. I camerieri ci portano una birra lager scura, unica perchè di loro produzione e che non si può trovare da nessun altra parte. Veramente molto buona, ma non sappiamo che appena ci vedono il bicchiere vuoto, ce ne portano uno pieno, un boccale dietro l'altro, finché non diciamo basta!

Anche il cibo è ottimo, mangiamo una meravigliosa zuppa di patate e funghi, gulasch, gnocchi di pane e l'immancabile prosciutto e poi ci godiamo la musica dal vivo, in mezzo ai tavoli!

Torniamo in hotel un po’ allegri .... meglio, così non sentiamo la tristezza, domani si torna a casa!

OTTAVO GIORNO – Mercoledì 2 luglio 2014

Questa mattina cerchiamo di goderci le ultime ore a Praga e andiamo a visitare un'altra torre, quella che fa da ingresso al Ponte San Carlo.

Saliamo 138 gradini per arrivare in cima, purtroppo non c'è l'ascensore!

Usciamo all'aperto, qui non c'è moltissimo spazio, ma si può percorrere l'intero perimetro della torre, cosa che facciamo più volte alla ricerca del miglior panorama. Da quassù godiamo di una vista spettacolare sul fiume, sul Ponte Carlo gremito da un flusso ininterrotto di gente che vi scorre senza sosta, su Mala Strana con il castello e la cattedrale di San Vito visibili in lontananza, e sui tetti di Stare Mesto. Questa meravigliosa città ci mancherà!

Poi scendiamo e ripercorriamo per l'ultima volta il Ponte e le strade del centro lì attorno, ovunque incontriamo artisti di strada, soprattutto musicisti, che regalano la loro bravura ai passanti, sono per la maggior parte giovani ragazzi e ragazze, molto bravi, e deliziano i passanti per il puro piacere di fare musica di fronte ad un pubblico numeroso e caloroso.

Anche in questo aspetto si può cogliere la generosità di questo popolo, esteriormente formale e riservato, ma meraviglioso, sorridente e altruista.

Pranziamo in un piccolo ristorantino all’aperto vicino all’hotel, niente di speciale, un panino e delle patatine. Prima però ci portano, come è successo altre volte, pane caldo e burro alle erbe con l’immancabile birra, il cameriere parla un po’ di italiano, sembra simpatico, sì ....., ma si tiene le tutto il resto come mancia!

Ora non ci resta che ritirare il bagaglio in albergo e avviarci verso l’aeroporto per il rientro a casa. Prendiamo un taxi che facciamo arrivare con un’ora di anticipo ... questa volta non vogliamo sorprese e così ci imbarchiamo con molta calma. Purtroppo partiamo in ritardo e atterriamo a Parigi con un ritardo ancora maggiore. E noi cosa potremmo fare se non ricominciare a correre, come nel viaggio di andata, sperando di non perdere anche questa volta la coincidenza. Ho il fiato corto e le gambe molli, ma non si sa come o perché, ce la facciamo e riusciamo a salire sull’aereo in tempo, certo però che siamo sudati e bordò in faccia, senza nemmeno la forza di parlare. L’hostess ci guarda preoccupata, ma dopo le nostre spiegazioni ci porta un bicchiere d’acqua e dei fazzoletti umidificati e noi piano piano ci riprendiamo.

Partiamo sotto un forte acquazzone e tutto il viaggio è costellato da forti turbolenze, ma finalmente atterriamo e, ignari e felici di essere tornati a casa, andiamo a prendere i bagagli. Stiamo lì, a guardare il nastro trasportatore per un bel po’, prima di arrenderci all’evidenza, le valigie non ci sono! Stessa trafila di una settimana fa: denuncia, rassicurazioni, scuse, ecc. ecc. Non voglio crederci, due su due ...... il 100% del disservizio, certo che non mi dimenticherò di questo viaggio, siamo forse diventati Fantozzi e la signora Pina? Ormai sono le 11 passate e Laura, nostra figlia, ci sta aspettando per portarci a casa, meno male, una buona notizia!

A casa io e Duilio ci guardiamo in faccia e tutti e due esclamiamo: “Spaghetti?” A mezzanotte ci sediamo a tavola, davanti ad un bel piatto di spaghetti al pomodoro e ci sentiamo finalmente a casa!

Al di là di questi piccoli o grandi disguidi però, se vogliamo fare un bilancio, possiamo dire che siamo rimasti affascinati da questa città, dalla magia che trasuda da ogni via, da ogni palazzo, piazza o monumento. Magica, fiabesca, intensa, ci è entrata nel cuore e rimarrà per sempre impressa nella nostra mente.

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