SABATO 18 GIUGNO 2016
Ci alziamo presto e dopo colazione usciamo subito per andare a prenotare il biglietto per salire sull’Empire State Building, così, quando ci andremo al tramonto, non faremo la fila.
Entriamo da Starbucks, ormai fa parte dell'immaginario collettivo... non si può fare a meno di andare almeno una volta in uno dei suoi numerosi locali. Li trovi in ogni angolo della strada e a New York li usano proprio tutti. Attenzione però perché il caffè, rigorosamente in bicchieroni di carta take away, te lo servono davvero bollente, anzi troppo bollente pure in piena estate! C'è anche il Wall Street Journal da leggere, cosa vuoi di più!
Colazione all‘americana, in un posto americano...buono eh, ma per noi la colazione, e soprattutto il caffè, sono tutta un‘altra cosa.
E poi c’è Macy's. Impossibile visitare New York senza passare per Macy's, il negozio più grande del mondo, circa 2000 metri quadri per 9 piani, dove puoi comprare davvero di tutto, ci si può passare una giornata intera.
Non vedevo l'ora di entrare e farci un giretto, e magari comprare qualcosa, ma Duilio, come gran parte degli uomini, non era d'accordo .... anzi borbottava: “Troppo grande, troppe cose, caotico e dispersivo, bisognerebbe pianificarne la visita in modo scientifico, ma come fanno le donne ... voglio andarmene!” E così dopo aver visto solo il piano terra ........... mi tocca uscire. Ma ritorneremo prima o poi …
La nostra giornata continua con la visita al primo dei due osservatori più famosi di New York.
Vedere una città dall’alto è un’esperienza sempre molto emozionante e a New York lo è ancora di più: non si può fare un viaggio nella Grande Mela senza “arrampicarsi” su uno dei suoi altissimi grattacieli per ammirare da un punto di vista privilegiato uno degli skyline più belli e spettacolari del pianeta.
Andiamo al Top of the Rock, il grattacielo più alto dei 19 che costituiscono il Rockefeller Center, costruito nel 1930, con i suoi 70 piani e 266 metri di altezza.
All'entrata vi è la gigantesca fotografia che venne scattata durante la costruzione del grattacielo: undici operai, seduti su una trave sospesa nel vuoto, mentre mangiano il loro panino. Questa foto, una delle più famose della storia, è stata l’emblema di un’epoca, il poster di un’America che iniziava a risvegliarsi dopo il crollo del ’29.
Tra le centinaia di operai assunti per la costruzione, molti erano pellerossa Mohawk, apprezzati per il loro straordinario senso di equilibrio che li rendeva capaci di lavorare a duecento metri dal suolo, senza problemi di vertigini.
Entriamo in ascensore, le porte si chiudono, la luce si spegne.
L’ascensore inizia la sua corsa, alzo la testa e vedo sopra di me, tutti i piani tracciati da una linea blu fosforescente. Oddio, penso, siamo in un tunnel verticale di 67 piani!
Mano a mano che i secondi volavano via, entriamo materialmente dentro a ciascun piano, uno a uno… Come sparati in orbita da uno shuttle!
Poi finalmente la luce si riaccende, l’ascensore si ferma, le porte si aprono e un altro spettacolo prende forma… Davanti a noi la veduta più celestiale che mai avrei immaginato! In 30 secondi, su di una cabina dal tetto trasparente, abbiamo raggiunto la veduta delle vedute … e mi viene da esclamare “Eccoci New York!”
Saliti a piedi gli ultimi tre piani arriviamo in un’ampia terrazza, non ci sono più vetrate, siamo completamente all’aperto con i grattacieli di Manhattan che si stagliano davanti a noi.
Qui la vista è impagabile: da un lato l'Empire e la Freedom Tower, dall'altra parte la splendida vista sull' enorme macchia verde di Central Park. Ci troviamo dove la concentrazione di grattacieli è più alta qui a Manhattan. Dall’alto ci sembra di sentire il vero cuore della città pulsare, che spettacolo!
Abbiamo fatto bene a venire di mattina, con la luce del giorno, la vista è una meraviglia.
Proseguiamo e giungiamo davanti alla Stazione principale di New York. Ci si potrebbe chiedere perché mai includere nel proprio itinerario turistico la visita a una stazione dei treni? Infatti ce lo chiediamo anche noi, un po’ scettici, mentre entriamo nella Grand Central Station di New York. Subito però ci accorgiamo che non è una semplice stazione, è un capolavoro di architettura, un’icona e un pezzo di storia della città.
Ci blocchiamo lì, nell’atrio principale e rimaniamo a bocca aperta. I primi passi li facciamo quasi con reverenza, stiamo calpestando il luogo dove una miriade di film americani hanno girato scene indimenticabili, il primo che mi viene in mente è “Gli Intoccabili”
Elegante e raffinata, sembra quasi un salotto urbano, scalinate enormi, pavimenti in marmo, finestroni ad arco, soffitti altissimi e affrescati e al centro quel meraviglioso orologio in opale a 4 facce, simbolo della stazione. Il suo valore si dice si aggiri tra i 15 e i 20 milioni di dollari!
È ancora presto per cenare, ma noi dobbiamo salire sull'Empire State Building prima che faccia buio e così, passando per caso davanti al ristorante Barilla, improvvisamente ci viene una gran voglia di pasta! Lo so, è sempre sbagliato cercare cibo italiano all'estero, ma qui, mi dico, siamo in America!
Ci fiondiamo dentro, e troviamo una via di mezzo tra una trattoria e una sala mensa, con tavoli da bar della stazione e bancone con sgabelli. Cominciamo bene! I camerieri sono gentili e volenterosi, ma la pasta, quella italiana, quella vera, è un'altra cosa ... salverei la cottura abbastanza al dente, ma i condimenti in scatola ... da dimenticare ... E poi via un’altra coda per salire sull'Empire State Building sul secondo Osservatorio della giornata, ma è una tappa obbligatoria quando si viene a NY! Sarebbe come andare a Roma e non vedere il Colosseo!!!
L’ora è proprio quella giusta, l'imbrunire, vogliamo godere del tramonto e poi di tutta New York illuminata. In cima c’è poco posto e la vista è un po’ rovinata da grandi grate di protezione, una vera e propria marea di gente poi tenta di accaparrarsi un posticino accanto alle inferiate, per fotografare meglio, ma quello che vediamo è unico e inimmaginabile.
E' davvero difficile trovare le parole per descrivere l'emozione che si prova una volta arrivati in cima: 86esimo piano a ben 381 metri di altezza.
Quando arriva il buio la vista è ancora più spettacolare ... tutti i grattacieli illuminati, le luci del ponte di Brooklyn, la Freedom Tower e la Statua della Libertà in lontananza, da togliere il respiro!
DOMENICA 19 GIUGNO 2016
Usciti presto dall'albergo facciamo un curioso incontro: da dietro una panchina fa capolino un musetto e si intravede una coda vaporosa, è uno scoiattolo, che ci si avvicina per cercare del cibo. Mi sembra che non abbia paura di niente!
Oggi l’itinerario comprende una crociera sull’Hudson con vista della Statua della Libertà. Decidiamo di fare viaggiare con la Circle Line che parte dal molo (Pier) 83 alle dieci, ma dopo aver organizzato tutto nei minimi dettagli, sbagliamo la fermata della metro e dobbiamo percorrere un lungo tratto a piedi sotto il sole.
Va beh che se non cammini non vedi niente ... ma dopo quasi un'ora siamo sudati, stanchi e ci fanno male i piedi .... Per fortuna però arriviamo in tempo, proprio pochi minuti prima della partenza.
Prendiamo un biglietto per la crociera completa attorno a Manhattan e non troviamo nessuna fila, incredibile! Saliamo e naturalmente non c'è più posto sul tanto ambito ponte superiore, così siamo costretti a sederci all'interno, e guardare la partenza attraverso i vetri sporchi. No non può essere ... ma non ci arrendiamo, e un po' alla volta riusciamo a trovare posto anche di sopra, per fortuna la gente si muove molto!
Dopo aver lasciato il molo, il battello attraversa il fiume Hudson. Da qui godiamo di una vista straordinaria con l'inconfondibile profilo dei i suoi immensi grattacieli di Wall Street, il Greenwich Village, nel cui molo dismesso avrebbe dovuto attraccare il Titanic e il Financial District con l’enorme Freedom Tower, il cuore del nuovo World Trade Center. Costeggiamo, dall’Hudson River all’East River, tutta Manhattan, passando sotto i più famosi ponti e vicino alla Statua della Libertà ....
A proposito della Statua della Libertà ... sì, è molto bella e maestosa, ma mi sembra così piccola, lo dico piano .... perché ho paura di essere irrispettosa.
Poi vediamo le sponde del New Jersey, le case di Brooklyn affacciarsi sulle sue rive, il Palazzo di vetro dell'Onu, lo Yankee Stadium in completo relax e cullati dalle onde...
Una volta a terra pranziamo con una bella insalata da Pret a Manger.
Qui a New York, sparsi in diversi punti della città ci sono questi piccoli ristoranti che offrono insalate fai da te e fresche macedonie, da consumare sul posto oppure d'asporto. Per noi ottime, perchè con tutti i chilometri a piedi che facciamo, vogliamo rimanere leggeri e poi possiamo sbizzarrirci nella grande varietà di ingredienti, verdure di ogni tipo, tonno, pollo alla griglia e aragoste, sì aragoste, qui si mangiano quelle rosse pescate nel Main!
Decidiamo di fare uno stacco e andare in albergo per un breve riposo, ma non consideriamo il fatto che oggi è domenica e le linee della metropolitano cambiano orari e percorsi. Per cui fatichiamo a trovare una linea che ci porti al nostro hotel, dove arriviamo alle 15 e 30 un po’ provati dalla stanchezza.
L’importante però è riuscire a distenderci e riposare gambe e piedi, alle 17 siamo come nuovi e riprendiamo la metropolitana per andare a Ground Zero, voglio finalmente vedere con i miei occhi il Memoriale, anche se so con certezza che mi commuoverò.
Usciti dalla metropolitana il caos cittadino si trasforma in un silenzio quasi spaventoso. Ogni rumore è attutito quaggiù… un silenzio che sa di rispetto per ciò che questo paese ha vissuto, un rispetto verso tutte le vittime.
Ci troviamo al Memoriale dell'11 settembre: due enormi vasche, realizzate esattamente dove sorgevano un tempo le Torri Gemelle e lungo i loro bordi scolpiti i nomi di tutte le oltre 3000 vittime. Si tratta di un monumento imponente, un santuario che simboleggia la tragedia subita, il vuoto fisico lasciato dagli attacchi terroristici. Trasmettono un senso di impotenza e di riverenza, accentuato dal rumore incessante dell’acqua che sembra sparire nel nulla, nelle profondità del sottosuolo.
Un senso di tristezza infinita si impossessa di noi al pensiero di tutte le persone che hanno perso la vita durante gli attacchi al World Trade Center, istintivamente giro lo sguardo verso l'alto e mi sembra di rivedere le immagini dei due aerei che si schiantano sulle torri.
Controlliamo dove è l’entrata del museo del memoriale che visiteremo domani mattina e siccome sono le 19 passate, andiamo a mangiare cercando un po’ di normalità.
Questa sera cena da Shake Shak. Finalmente riesco a farmi capire... il mio inglese stentato con inflessione bolognese sta migliorando: Chiedo due hamburger di carne con patatine fritte poco piccante. Ci danno un telecomando che vibra quando è pronta l'ordinazione, fantastico, qui siamo avanti .......
Rientriamo in taxi per pochi dollari e andiamo a letto.
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