GIOVEDÌ 23 GIUGNO 2016
Dopo colazione, riprendiamo la macchina, tanto bella, tanto grande, ma con gli sportelli dietro che si bloccano continuamente … ieri sia io che Diana siamo rimaste chiuse dentro un sacco di volte! Non so se è perché non abbiamo letto le istruzioni, oppure è difettosa, ma per uscire abbiamo dovuto fare un sacco di contorsionismi, scavalcare sedili e sbucare fuori dalla parte del guidatore!
Direzione aeroporto, partiamo carichi, ma ci perdiamo quasi subito, “Ancora ...” mi viene da pensare. Scendo a chiedere indicazioni, ma o non mi spiego bene, oppure non capisco la risposta, fatto sta che giriamo a vuoto, finché non incontriamo una signora gentilissima che ci fa anche il disegnino del percorso.
Dopo la restituzione dell’auto, andiamo a prendere il primo dei due voli di oggi, facciamo scalo a Denver dove ci imbarchiamo per il secondo, tutto fila liscio come l’olio, ottima compagnia la Delta!
Arriviamo a Chicago dove assisteremo al matrimonio di Anna, un’amica italo-americana di Serena che sarà una delle sue damigelle.
All’arrivo troviamo il papà della sposa, che ha noleggiato un van per venirci a prendere, si presenta come Pasquale, anche se qui in America, si fa chiamare Patrick.
Dopo i saluti di rito, carichiamo le valigie e andiamo in hotel, piano, vorremmo andare in hotel, ma c’è un traffico terribile e impieghiamo più di un’ora per raggiungerlo. Durante il tragitto Claudio che non parla inglese e Patrick che non parla italiano, chiacchierano amabilmente, chissà come faranno?
All’arrivo incontriamo i nostri figli Daniele e Serena, arrivati un paio d’ore prima e ce li stringiamo stretti stretti, siamo felici di avere un pezzo di famiglia qui con noi, così lontano da casa! A questo punto ci rimane solo il tempo di cambiarci e poi via, di nuovo in macchina per andare alla festa che ci hanno organizzato.
A casa dei genitori di Anna ci sono tutti i parenti ad aspettarci: nonni, zii e cugini, sono un po’ timorosa, ma loro ci accolgono con molta cordialità e subito ci sentiamo in famiglia. Sono tutti italo-americani, molti sono insegnanti, ma nessuno parla più la nostra lingua. Dopo un po’ diventiamo amici e anche per noi diventa più semplice comunicare, sfoderiamo con orgoglio quel po’ di inglese che conosciamo e i figli ci fanno da interpreti nel caso di discorsi più complessi. Duilio si lancia anche nel gioco “lancia gli anelli” con uno degli zii e tutti insieme giochiamo a bigliardino. Ci troviamo nel vasto giardino della casa che è bassa, di legno, proprio tipica delle case della provincia americana, dove sono apparecchiati molti tavoli.
La cena, buonissima, è a buffet, molte sono le pietanze da scegliere e non mancano gli hamburger ed un buffo carrettino che fa gli hot dog.
I futuri sposi sono deliziosi e Anna, che fa l’insegnante di italiano, chiacchiera e scherza con noi, ci sentiamo proprio bene in loro compagnia.
Quando si fa buio Patrick ci riporta in hotel e noi crolliamo sul letto, è stata una giornata molto piena!
VENERDÌ 24 GIUGNO 2016
Questa mattina ce la prendiamo comoda, non mettiamo la sveglia e dopo la colazione ci guardiamo un po’ intorno. Il nostro hotel è l’Hyatt Regency, si trova a Schaumburg, una cinquantina di chilometri da Chicago, enorme e lussuoso ha più di 400 camere, una grande palestra ed una piscina sconfinata, vari ristoranti, bar, sale per convegni[A1] e saloni per cerimonie e matrimoni.
Anche le camere sono molto grandi e provviste di ogni comodità, ma quello che ci lascia senza fiato è la hall dell’albergo: è gigantesca e strutturata come una piazza, ci si può perdere! Nei corridoi che portano nelle stanze, notiamo che molti girano con un bicchierone in mano da cui spunta l’immancabile montagna di ghiaccio. Ormai siamo negli Stati Uniti da più di una settimana e ci siamo accorti che tutto quello che ti danno da bere è bollente o ghiacciato. Il ghiaccio è OVUNQUE. Nel nostro hotel in ogni piano c'è più di una macchina per il ghiaccio e tra i corridoi si incrociano sempre persone che girano allegramente o con il portaghiaccio in dotazione in ogni camera, o con sacchetti ricolmi di cubetti, cosa se ne faranno poi ...?
Il nostro programma è di fare un giretto al Woodfield Mall, un Centro Commerciale di fronte all’hotel, uno dei più grandi d’America ci dicono, pranzo dove capita e prove del matrimonio con cena annessa.
Sta con noi Daniele, perché Serena ad un certo orario deve scappare per i suoi impegni da damigella.
Gironzoliamo un po’, ci sono quasi 300 negozi che vendono merce che dalla più economica a quella super lusso, chiunque ne sarebbe incantato! Ad un certo punto Diana e Claudio tornano in albergo e vanno a rilassarsi in piscina, noi invece cerchiamo un posto per mangiare.
C’è solo l’imbarazzo della scelta, troviamo un classico Mac Donald e consumiamo hamburger, patatine fritte e una meravigliosa torre di anelli di cipolla fritti. Poi torniamo in hotel per un breve riposo e per prepararci per andare in chiesa e assistere alle prove.
Siamo eleganti e molto curiosi, ci chiediamo “Come saranno le prove?” In chiesa troviamo le famiglie degli sposi e le damigelle e i damigelli, eh sì ci sono 9 damigelle per la sposa e 9 damigelli per lo sposo, qui usa così! Tra le damigelle c’è anche la nostra Serena che ci sembra un po’ tesa, d'altronde la preparazione è seria, a dirigere il rigido protocollo c’è la perpetua che, a voce alta, “comanda” gli attori apostrofandoli così: “mettiti qui, parla più forte, cammina più lentamente ...” Finalmente la tortura finisce e andiamo tutti a cena in un ristorante poco lontano. La prima cosa che notiamo all’ingresso è un cartello segnaletico che vieta di entrare con le armi da fuoco. Negli Stati Uniti infatti è riconosciuto a tutti i cittadini il diritto di possedere un’arma da fuoco, cosa che non esiste in Europa. Siamo molto perplessi, entrando mi immagino di vedere una cassetta piena di pistole e fucili, ma naturalmente non è così.
La cena è a buffet, ci sono pasta, riso, gamberi, pollo speziato, verdure e naturalmente bibite e acqua ghiacciati, tutto buonissimo!
Gli sposi proiettano un video che mostra la loro storia d’amore e fanno un regalo ad ogni damigella/o, molto carino il tutto, completamente diverso da noi!
Dopo qualche foto, Patrick ci riporta in albergo, domani è il BIG DAY!!!!
SABATO 25 GIUGNO 2016
È arrivato il BIG DAY, Serena quasi non la vediamo, è arruolata dalle 10 per la parrucchiera, la manicure e le prove del vestito da damigella, così noi ci inventiamo un programma per passare un po’ il tempo fino all’orario del matrimonio.
L’hotel mette a disposizione gratuitamente una navetta per portare i clienti alla stazione più vicina, per cui ne approfittiamo e ci facciamo portare ad Arlington, un delizioso e piccolo borgo, che rispecchia tutti gli stereotipi della provincia americana: casette di legno curatissime, praticello davanti e barbecue dietro, nessuna recinzione, garage e auto enormi. Purtroppo non vediamo nessuno o quasi in giro, nemmeno bambini che giocano. Ci spiegano che le famiglie sono molto protettive e preferiscono tenere i figli a casa a giocare con il computer, boh!!! Qui ha anche sede un grande ippodromo con un immenso parco attorno con molte attrazioni. La gente viene anche dalle città vicine con il pranzo al sacco per godersi il verde e guardare qualche corsa ippica. Facciamo una sosta per gustarci un incredibile Choccolate cookies, quei favolosi biscottoni pieni di gocce di cioccolato, e un bicchierone di caffè americano e riprendiamo la navetta per l’hotel. Come all’andata l’autista è Dante un italo-messicano allegro e gentilissimo, ci offre acqua gelata che prende da un frigo a disposizione dei clienti e sistema l’aria condizionata “per il trasporto orsi polari”. Noi rifiutiamo gentilmente e ci infiliamo la giacca, che ci portiamo sempre dietro e pensiamo “ci vorrebbe una cioccolata calda...!”
Pranziamo con un’insalata e poi via di nuovo in camera per i preparativi, ci teniamo ad essere eleganti per il grande evento.
Ci vengono a prendere alle 14 per andare in chiesa, dove ci sistemiamo per assistere alla cerimonia. Come avevamo visto dalle prove, il tutto è ben orchestrato e non lascia nulla al caso. Lo sposo è già sull’altare in attesa e i damigelli in fondo alla chiesa aspettano le compagne. Poi, sotto l’occhio attento della perpetua, una alla volta le damigelle entrano e, sotto braccio ai loro compagni, vanno verso l’altare, seguono la nonna della sposa e la nipotina di Tim che spargono petali di rose, le due coppie di genitori, i fratelli di Anna con le fedi e infine la sposa accompagnata da un orgoglioso papà. Anna è bellissima e Tim, quando la vede, piange per l’emozione.
La messa è breve, ma intervallata da canti guidati da una soprano dalla voce potente, quando intona “l’Ave Maria” di Schubert la commozione è palpabile. Al termine, torniamo al nostro hotel dove si tiene il rinfresco.
Nel frattempo gli sposi e tutti i damigelli e le damigelle salgono sullo shuttle dell’albergo e vanno a fare le foto di rito in un parco poco lontano.
I damigelli hanno tutti uno smoking nero mentre le damigelle, chiamate Bridesmaid, hanno l’abito rigorosamente identico e dello stesso colore, il grigio perla, scelto dalla sposa.
Mentre li aspettiamo prendiamo l’aperitivo e qualche stuzzichino. Al bar si può prendere qualsiasi alcolico, io ho sete e vorrei solo sweeps, ma il barista non capisce, quando dico vodka però si illumina e mi dà vodka e sweeps.
Per la cena ci spostiamo in una sala grande come Piazza Maggiore e siamo in 180! Naturalmente è peggio di un freezer, meno male che ho la giacca!
Qui il gusto per lo show raggiunge il picco massimo: un dj annuncia i protagonisti che entrano a passo di danza, prima le damigelle sottobraccio ai damigelli, poi i genitori e infine gli sposi, acclamati come star. La tradizione vuole che, dopo un breve discorso del padre della sposa, ed un ballo fra Anna con il papà, Tim e la sua mamma, ci sia il taglio della torta e poi la distribuzione delle pietanze. Attorno ad una postazione rialzata, in cui sono sistemati gli sposi e tutti i damigelli ci sono grandi tavoli tondi, che favoriscono la conoscenza e la conversazione.
Al nostro ci sono alcuni amici di famiglia e noi riusciamo anche a chiacchierare con loro, naturalmente con il prezioso aiuto di Daniele che ci fa da traduttore, quando ci vede in difficoltà ... quasi sempre direi! Alla fine della cena cominciano i balli e anche noi ci lanciamo nelle danze, è proprio una bella festa, piena di allegria e di gioventù!
Ci congediamo e salutiamo la famiglia di Anna, scambiandoci promesse di rivederci, tra baci e abbracci, siamo stati molto bene!
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